a cura della dottoressa Patrizia Zinno
La storia di Torre San Severino ha circa 1100 anni di storia con inizio in epoca romana ed a quel tempo veniva identificato come villaggio chiamato “ Casagenzano”, una sorta di accampamento dell’esercito romano diretto a Miliscola e la Torre serviva per l’avvistamento dei saraceni.
Dopo quasi 2000 anni la Torre è intatta ed il materiale portante è fatto di tufo giallo flegreo estratto dalla spettacolare cava presente alle spalle del complesso.
Oggi Torre San Severino e’ un complesso rurale che insieme ai giardini in fiore e alla vegetazione curatissima che circonda la piscina olimpionica, fanno di questo posto, una delle location storiche più affascinanti e ricercate del territorio napoletano. Appartenne al Duca Di Benevento, Gisulfo II, che nel 750 lo donò ai Monaci Benedettini di Cassino, che lo trasformarono in un convento e fattoria, che ospitavano i fedeli e le persone che bussavano alle loro porte. Il Convento era situato tra Cuma e Liternum ed era circondato da terra fertile, ottima per la lavorazione dei prodotti agricoli coltivati nel terreno circostante, come fagioli, piselli, patate, pomodori, verdura e frutta. I monaci furono poi espulsi dal Regno dopo la confisca dei loro beni.
Dopo vari passaggi di Reali e principi fu venduto al banchiere Filippo Micillo, che lo trasformò in una azienda agricola una delle maggiori realtà produttive della zona, gli è stata ed oggi è portata avanti con amore e passione dal pronipote Enrico, che ne ha restaurato con il tempo la struttura pur conservando l’impianto originario e le caratteristiche medioevali ed apre le porte mettendo a disposizione le sue sale eleganti, ricche di storia e magia, per ricevimenti e convegni in grande stile, organizzati dall’impeccabile Anna Maria Lubrano.
A novembre 2017 ha ricevuto un riconoscimento come “ Dimora storica di pregio”dalla Commissione di Certificazione incaricata della valutazione di idoneità delle dimore storiche d’epoca italiane, seguendo un protocollo molto rigoroso. Un marchio di Eccellenza che viene rilasciato ogni anno a ville, castelli ed antiche dimore che posseggono tutti i requisiti necessari a ricoprire il delicato ruolo di ambasciatori della cultura dell’ospitalità italiana di alto livello.
Questo casolare di campagna nel Comune Giuglianese è di circa 48mila metri quadrati ed è spettacolo lare. Da diversi anni ne fà da Patron, Enrico Micillo, sua residenza di campagna. La struttura interna è divisa in tante sale maestose con soffitto a volta, arredi antichi e una grande vetrata ottocentesca con affaccio sul parco. La prima galleria presenta due enormi pianoforti a coda, da qui due armature d’epoca, sono di guardia all’immenso salone, e la sala centrale presenta un maestoso camino alto circa 1,80. E’ luminoso di giorno ed incantato e magico di notte, grazie al profumato giardino ricco di lanterne che donano un’atmosfera da sogno.
Conoscere la storia di un luogo diventa quindi punto di partenza per ripartire con il piede giusto e ridare lustro a quei luoghi che, per motivi sempre diversi, risentono fortemente del tempo passato.
La cucina di Torre San Severino è coadiuvata alla mano esperta dello Chef executive, Antonio Celentano, insieme ai suoi fedeli assistenti, la Chef Maria Tramontano ed Aniello Nunziata. Antonio è un attento cultore della Cucina Mediterranea, con alcuni prodotti ed elementi che la caratterizzano e nei colori. Un modello, insomma, di benessere in grado di ispirare l’arte in cucina tra infinite varianti pronte a sorprendere il gusto. Lo Chef Antonio, propone da diversi anni ad oggi il lungimirante progetto di creare piatti innovativi e di preservare da un lato l’originaria vocazione contadina del posto, rispettando la stagionalità dei prodotti e nello stesso tempo un posto di incontro tra gusto e benessere. Ha una capacità sorprendente e la sua passione lo guida alla preparazione di deliziosi primi piatti, la maggior parte dei quali, sono ispirati alla migliore tradizione locale in particolare, appetitose ricette sia di mare che di terra.
E’ un moderno esploratore del gusto, sempre mosso dalla ricerca della qualità, spirito d’avventura, sete di conoscenza e raccoglitore degli antichi sapori dell’enogastronomia e si conferma portavoce della cultura del mangiar bene, accompagnando alla qualità delle materie prime e del cibo un servizio ricercato e una location da sogno. Non va tralasciato la preparazione dei suoi dolci e dessert, studiati per colpire la vista senza tralasciare il palato, con una particolare attenzione alla frutta stagionale raccolta nelle zone agricole del complesso rurale