Il “Tesoro di Napoli”: il nuovo piatto dello chef Antonio Chirico

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Tutti in attesa del miracolo di “faccia gialla”, così San Gennaro è affettuosamente chiamato per via della statua con il volto dorato portata in processione. Il legame tra Napoli e il suo patrono è antico, profondo e intimo: un misto di fede, tradizione e devozione che culmina ogni 19 settembre con l’attesa del prodigio della liquefazione del sangue, segno di benevolenza e protezione per la città. Questa devozione trascende la sfera spirituale, permeando arte, cultura popolare e persino la gastronomia. Film, dipinti, murales, dolci e ricette sono dedicati al Santo, al centro di un affetto quotidiano che va al di là delle ricorrenze e che supera la fede religiosa.

Tra le ricette dedicate a San Gennaro, dal 19 al 22 settembre, lo chef Antonio Chirico del Magnolia Lounge Restaurant, a Chiaia propone “Il Tesoro di Napoli”, un piatto ispirato alla preziosa mitra. Il Tesoro di San Gennaro è tra i più preziosi al mondo, con circa 20.000 opere tra gioielli, statue e dipinti, dove la mitra è la più importante con i suoi 8 chili d’oro e le 3964 pietre preziose: rubini, diamanti e smeraldi. Il “Tesoro di San Gennaro” è un primo piatto: spaghetti avvolti in modo da riprendere la forma della mitra, che unisce sapori  della cucina napoletana e simboli che evocano il prezioso copricapo vescovile: spaghetti di grano duro, icona della cucina napoletana che richiamano il colore di ‘faccia gialla’, tartare di pezzogna, pesce caratteristico della tradizione gastronomica partenopea, pomodoro del piennolo Vesuvio che evoca i rubini e il basilico che si rifà agli smeraldi della mitra, infine la foglia d’oro, il più prezioso taglio di oro edibile in omaggio al pregiato metallo della mitra.

Il nuovo piatto sarà inserito nell’originale “menu trasversale” del Magnolia LoungeRestaraunt, un format particolare con una proposta mutevole, disponibile h12, che interpreta ogni esigenza, in qualsiasi momento del giorno o della settimana. La proposta va dai piatti più semplici a quelli più elaborati: dal classico scarpariello all’astice, dai mini burger ai più pregiati tagli di carne, passando per i classici della cucina italiana e napoletana, fino a reinterpretazioni originali dello chef.

Antonio Chirico commenta: “Sono pugliese, ma ho scelto Napoli come mia città d’adozione. L’idea di creare un piatto ispirato al tesoro di San Gennaro nasce dal fatto che, secondo me, più di ogni altro simbolo, esso esprime la devozione dei napoletani per la loro città e il loro patrono. Il tesoro, infatti, non appartiene né al Vaticano né allo Stato, ma è proprietà esclusiva del popolo di Napoli, che lo ha donato a San Gennaro. Sono sempre stato affascinato da questo legame secolare che esprime l’essenza di Napoli e della sua gente. Nel piatto, ho voluto riprodurre i colori e i sapori partenopei, esaltando la semplicità degli ingredienti e la creatività tipica della cucina napoletana.”

Infatti, un caso davvero unico è quello del Tesoro di San Gennaro, frutto delle donazioni di sovrani, nobili e semplici fedeli, nei secoli. La sua protezione è affidata alla Deputazione della Cappella del Tesoro, istituita nel 1527 a dai cittadini durante un periodo di devastazione causato da guerre, pestilenze e terremoti. San Gennaro seppe proteggere Napoli, e in segno di riconoscenza, gli dedicarono “la chiesa più bella”.  Ancora oggi, i discendenti dei sei primi eletti custodiscono gelosamente l’Oro del Santo.