A meno di un chilometro dalla Chiesa ‘Domine, quo vado?’ si trova un crogiolo di strade che collega l’Appia Antica, via delle Sette Chiese e l’Ardeatina. Proprio al civico 164 di quest’ultima, all’altezza delle Catacombe di San Callisto, le più grandi di Roma e primo luogo di sepoltura collettivo della Chiesa attestato dalla fonti, c’è Villa dei Cesari, dimora storica di antichissima costruzione. Ribattezzata come ‘Nuova’, all’interno del complesso vengono ospitati eventi privati, cerimonie e meeting, con uno dei servizi di alta banquettistica più rinomati e storici della capitale, Ambrosini Banqueting dal 1925. Parallelamente a questo nasce Luce, un ambizioso progetto fortemente voluto dalla proprietaria Iolanda Ambrosini grazie al quale la Villa è stata convertita a ristorante raffinato e poliedrico. Una pratica ormai diffusa lungo i sampietrini della Regina Viarum, quella di trasformare le dimore, in senso estetico e funzionale, in una sorta di ristoville, incentivata anche dagli effetti della pandemia che fanno i conti con l’assenza di grandi eventi solitamente organizzati qui. Un’idea imprenditoriale in cui Iolanda ha investito non solo a livello socio-economico ma anche umano, assumendo più di dieci persone in un momento generale di crisi post-lockdown.
Il percorso inizia con un alberato e illuminato ingresso, preceduto da un ampio parcheggio riservato agli ospiti: qui, dopo anni di assenza, questa estate sono ricomparse le lucciole, una coincidenza che inevitabilmente è poi stata legata all’etimologia stessa del posto. Arrivati al polmone verde della location, il giardino è stato adibito a dehors di Luce e può contare ben 200 posti a sedere con distanziamento, a fronte di due saloni interni che attualmente vantano una capienza complessiva di 150 coperti. Grandi numeri che non sminuiscono il format ristorativo giocato tra ricette ‘di una volta’ contestualizzate in una cucina ricercata e creativa a cui si affiancano la pizzeria e l’angolo cocktail bar. L’area esterna è stata completamente decorata con installazioni aperte di legno a forma di igloo, arredate lucine sospese, tappeti di diverse dimensioni e cuscini color ottanio, mentre i tavoli più alti disposti sempre nel giardino tra i banani sono bianchi, in uno stile shabby chic, quindi lasciati al naturale per agevolare la sanificazione delle superfici. Alla postazione cocktail, supervisionata dal bar manager Edoardo Mattarino e attiva dalle ore 19.00 si può iniziare con un aperitivo a scelta tra drink classici, 6 diversi Gin Tonic e signature, come Luce, cocktail fresco con base Vodka e liquore all’arancia, Blue Curaçao, pompelmo, limone, zucchero e soda, tutto accompagnato da sushi, qualche frittino o una selezione di focacce.
A coordinare la cucina Mirko Pagani, cuoco romano con un’esperienza ventennale sul curriculum che ha personalizzato questo menu a forte vocazione territoriale con creatività ed equilibrio, riportando in auge i piatti poveri della cucina laziale. Una vera e propria esperienza degustativa a prezzi democratici in cui piatti della tradizione vengono rinnovati nel gusto e nella presentazione. Mirko per la nuova carta si è ispirato all’iconico film “Un americano a Roma” di Sordi con l’idea di mettere a colori piatti intoccabili del patrimonio gastronomico regionale che possono, però, essere sicuramente esaltati. Tra questi il supplì di riso Carnaroli, ossobuco alla romana con zafferano e sentori di timo, il tipico fritto romano al telefono in versione più gourmet con il suo ripieno semiliquido; alla voce antipasti anche il tris di crocchette con patate viola, tartufo e maionese allo zenzero. Immancabile la Carbonara e, sebbene la sua ricetta resti tale, con un grande lavoro che mantiene inalterato il sapore del guanciale di Norcia e la cremosità, è stata messa a punto una seconda versione vegetariana che gioca sulla croccantezza delle verdure dell’orto e sulla sapidità della polvere di cappero. La particolarità sono i tagli di pasta utilizzati, un po’ più insoliti rispetto al solito formato, mentre come vezzo Mirko ha voluto marinare il tuorlo e dare ariosità al piatto con una spuma di pecorino, mantenendo inalterati i sapori originari e concentrandosi sull’estetica. Nella postazione esterna è stata costruita una brace a vista, a fianco al forno a legna utilizzato per la cottura della pizza e del pane, con esposizioni di vari tagli di carne fresca, dalla Danese all’Argentina oppure il galletto cotto precedentemente a bassa temperatura e rigenerato proprio sul fuoco. Dalla cucina rispondono con un tentacolo polpo caramellato e brasato con una cottura molta lenta nei suoi stessi umori. La linea della pizzeria si divide tra gusti Tradizionali, quindi Margherita, Napoli con Bufala, Amatriciana, poi Focacce come la Cesari a base di stracchino naturale al miele, mortadella, granella di pistacchio o una ancora più esclusiva con Burrata di Andria, Patanegra e olio al tartufo. Infine, in tutte le Gourmet prevale il lato più gastronomico e tecnico come per Luce, ad esempio, condita con un tuorlo marinato su fondant di pecorino a buccia nera, coriandoli di guanciale di Norcia IGP e zest di lime. La carta del beverage per il vino conta selezionate etichette a prevalenza laziale e comprende anche delle birre artigianali del Birrificio Fiorucci. Aperto tutti i giorni a cena e nel fine settimana anche a pranzo, Luce è una location unica e senza tempo che coniuga l’eleganza del posto a una cucina espressa e versatile.
Contatti:
LUCE Dinner & Cocktail Bar
Location: Via delle Sette Chiese, 293 – Rm
Parcheggio: in Via Ardeatina, 164 – Rm
Reservations: (+39) 338 8983 667 oppure (+39) 06 5141199
Luce Cocktail Bar: 19:30 – 2:00
Luce Dinner: 19:00 – 00:00