Doc Campania? Sì ma mantenendo le peculiarità locali

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Arrivato il contributo dell’Istituto Tecnico Agrario ‘Francesco De Sanctis’ sulla proposta lanciata dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania alle istituzioni e alle rappresentanze di settore. Un punto di vista che parte dalla scuola, interessata a dare un apporto positivo alle future generazioni di imprenditori del campo della viticoltura e dell’enologia. L’obiettivo, motivare l’interessate delle cariche politiche e del comparto imprenditoriale locale per l’Irpinia, ragionando su una scelta condivisa e tesa alla crescita del settore agricolo del territorio.

Al tavolo del convegno ‘Denominazione Doc Campania verso l’eutanasia del Docg Irpino’ con attenzione alla proposta di legge regionale e sullo studio NOMISMA ‘Posizionamento competitivo e notorietà dei vini campani’ seduti Mino Mastromarino, per l’apertura ai lavori, Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano, Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura Regione Campania, Vanni Chieffo, presidente Gal Irpinia, Francesco Mazzariello, consigliere provinciale delegato Edilizia Scolastica, Livio Petitto, consigliere Regione Campania, e Felicia Bifulco, delegata ODAV Osservatorio del Diritto agroalimentare e vitivinicolo.

Una visione diversa arrivata dalla scrivania dell’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, finalizzata a costituire una denominazione d’origine controllata, che, però, nelle ultime settimane, ha portato non poco sconcerto tra autorità, produttori e consumatori. L’interesse, tuttavia, è quello di creare un punto di livellamento che parta dal basso ma che sia rivolto alle produzioni locali interessate a garantire costantemente alta qualità, mettendo alla guida dell’iniziativa l’Irpinia con le sue Docg e a  favore di tutta la Campania del vino.

Chiari gli obiettivi: creare massa critica e un brand regionale per lo sviluppo economico, la competitività internazionale e il rafforzamento del valore delle denominazioni. Preoccupa, però, il rischio di creare confusioni per i consumatori.

All’interno dell’evento, posizioni chiare e interventi coincisi, dibattute da considerazioni contrastanti, ma anche condivise, arrivate dal pubblico partecipante.

Lungimirante e positivo l’opinione del dirigente scolastico Pietro Caterini che, mette al centro, i punti nevralgici della proposta: innovazione in prima fila, coordinata alle tre DOCG irpine che potrebbero essere slancio di un marketing indotto di trascinamento sul piano internazionale.

Rappresento una grande istituzione, quella irpina fondata da Francesco De Sanctis che oltre duecentocinquanta anni fa, capì quale fosse la vera ricchezza del territorio: la viticoltura. Fondò questa scuola per dare valore all’Irpinia. Negli ultimi 30 anni i viticoltori e tutti produttori hanno fatto un grande lavoro legato alle produzioni, portando la bandiera dell’enologia irpina fuori dai confini nazionali. Un grande impegno che ci fa conoscere ovunque ma che deve proseguire con ulteriore slancio e motivazione per ricevere ancora di più un riconosciuto merito” – ha dichiarato Caterini, continuando: – “La proposta fatta alla Regione Campania deve essere regolamentata da disciplinare per avviare una discussione concreta. Il mio auspicio, qualora passi la mozione da molto tempo dibattuta, è che sia un ulteriore scenario di sviluppo dei produttori, anche piccoli e a livello regionale, di crescere e creare economia e dare la possibilità non solo gli Irpini ma a tutto il comparto di produttori del Sud. Importante è poter restare partendo dalle risorse indigene, in questo caso rappresentate dalla viticoltura. Fondamentale, nel caso dell’Irpinia, è mantenere le peculiarità e i caratteri distintivi e identitari locali. Il vantaggio di questa proposta, pertanto, deve essere di grande respiro corale seppure le grandi eccellenze partono proprio dall’Irpinia. L’intenzione, a mio avviso, deve generare uno strutturato progetto di sviluppo generale che unisca cibo turismo e vino e diventi un contenitore per un vero marketing indotto di trascinamento.  Le Docg si manterranno tali ma, probabilmente, con la Doc Campania si potrebbe allargare anche in ambito turistico, l’obiettivo di uniformare in un concetto globale, le eccellenze di tutta la regione. Conservare la nostra identità ma partecipare una proposta senza isolarci al proposta della Regione Campania