Dai mercati dell’Asia alle vigne della Nuova Zelanda e del Cile: il Progetto Future cresce e si espande a livello internazionale. Una sorta di archivio telematico, lanciato dalle Donne del Vino al Vinitaly 2019, che svela un ventaglio di opportunità formative proposte dalle aziende delle Donne del Vino italiane alle under 30 che vogliono lavorare nel mondo del vino. “L’idea di Future, lanciata da Alessandra Boscaini, delegata del Veneto – ricorda la toscana Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale – è di riunire in un solo database le attività esistenti in modo che servano da stimolo per le Donne del Vino, convincendole a dare un contributo alla crescita professionale delle nuove generazioni.
Oltre alle offerte estere, sono già online numerose opportunità formative: lezioni, stage, corsi, visite didattiche, borse di studio distribuite in ogni parte d’Italia”. La prima proposta è online e arriva da una massima esperta di marketing e mercati orientali, Erika Ribaldi: offre un anno di tutoring gratuito a tre giovani donne che vogliano imparare il commercio del vino in Asia. Altre offerte si concretizzeranno durante il 2020 in aziende della Nuova Zelanda e del Cile che offriranno periodi di stage all’interno di cantine vinicole gestite da donne.
Nel frattempo, l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino si prepara a un intenso calendario di attività per il 2020: il tema scelto per quest’anno è Donne, Vino e Ambiente con l’avvio del progetto “Donne in classe A” con Enea Federsco sull’innovazione e il risparmio energetico in cantina. Secondo una delle ultime ricerche del Censis, le donne italiane a capo di aziende agricole coltivano il 21% del Sau – la superficie agricola utilizzabile – ma producono il 28% del PIL agricolo. Dal 2003 al 2017 le donne manager rurali sono cresciute del 2,3%, unico comparto economico tradizionale con questa variazione positiva, portando un pensiero differente e orientato all’accoglienza e alla diversificazione che ha contribuito in modo positivo alla crescita dell’intero settore