Continua la corsa del burro, con vendite in aumento del 13,8% rispetto allo scorso anno per un valore di +9,1%. Lo fa sapere Assolatte nel fotografare il mercato nella Grande distribuzione, un’inversione di tendenza molto significativa, dopo anni di demonizzazioni. La crisi sanitaria, secondo Assolatte, ha portato gli italiani a ripensare il loro carrello della spesa e a riconoscere al burro qualità e ruolo in cucina. Complessivamente oggi il mercato del burro supera i 430 milioni di euro per un totale di 49,2 milioni di kg; viene acquistato da 20,5 milioni di famiglie, con una penetrazione di quasi il 40% su base nazionale. Il supermercato si conferma il canale preferito per l’acquisto di burro, con vendite di +15,7% a volume, distanziando il discount stabile con una quota del 27,4% del mercato.
A conferma della riscoperta qualitativa, la crescita del burro ha toccato tutti i segmenti e non solo quelli senza lattosio e biologico. Anzi, è stato proprio il burro tradizionale a registrare la migliore performance, sottolinea Assolatte, con un aumento del 14,2% a volume e del 9,1% a valore annui e continua a rappresentare il 93,4 delle quantità comprate e il 91,3% della cifra spesa per gli acquisti domestici di burro. Un altro 4,5% del mercato totale a volume è rappresentato dal burro leggero/delattosato, con vendite che toccano +10% a volume e +11,1% a valore su base annua, che ha visto aumentare i consumatori con 2,4 milioni di famiglie. Una piccola nicchia è quella del burro biologico che, a dispetto dei volumi ridotti (2,2% di quota a volume) ha visto salire le vendite (+12% a volume).