Con l’inaugurazione di un’ala del pescato, unica in tutto il circondario e che sarà esposto a vista alla clientela, il ristorante di pesce La Rotonda di Trebisacce dei fratelli Giuseppe, Giandomenic
Lo storico ristorante della cittadina jonica ha antiche origini: è infatti diretto discendente del “Sasso Saraceno”, attivo già negli anni ‘50, con una incantevole location, una terrazza proiettata direttamente di fronte l’infinita distesa azzurra del Mar Jonio e del golfo di Corigliano.
Predominanti, in questa nuova ala del pescato che rappresenterà il punto di connessione tra produttori e consumatori finali, saranno le aragoste della Secca di Amendolara, rara varietà locale di crostacei la cui stagione della pesca inizia proprio in questo periodo, protraendosi, poi, esclusivamente per tutta la stagione estiva. Novità sarà rappresentata anche dalla carta dei crostacei che racchiuderà le migliori proposte di cruditè tra cui spiccano come sempre le ostriche francesi. Un salto di qualità ulteriore, a dimostrazione della caparbietà della gestione di un locale emergente che punta verso nuovi traguardi. Il segreto del nuovo corso della Rotonda è dato dallo stretto contatto con le famiglie di pescatori locali: non a caso il ristorante ha scelto lo scorso anno – unico tra quelli della cittadina jonica – di rinunciare alle canoniche ferie durante il fermo pesca, approvvigionandosi direttamente dalle imbarcazioni locali che forniscono i prodotti del pescato che provengono direttamente dal banco di Amendolara, un’oasi ancora incontaminata di fauna e di flora sita a dodici miglia dalla costa, punto prediletto di osservazione per la Stazione Zoologica Anthon Dohrn di Napoli che ne studia, non a caso, l’unicità della sua fauna e della sua flora (qui non a caso vi è l’unica colonia di corallo rosso del bacino jonico, scoperta recentemente) in una sede distaccata sita sulla costa del comune adiacente alla cittadina di Trebisacce.
Il nuovo menù
Dopo anni trascorsi all’insegna di una cucina prettamente tradizionale, nel tempo la Rotonda ha cercato di reinterpretare in chiave creativa gli elementi caratteristici del pescato locale. Protagonisti del menù, proprio per rappresentare al meglio la biodiversità del territorio, sono i crostacei, racchiusi in un’apposita carta, ed il cruditè di mare che accompagna creativi appetizers: ampio spazio a tartare di tonno, gamberi viola dello Jonio ed ostriche francesi.
Il distacco dalle “carrellate” di antipasti e la reinterpretazione dei classici della cucina marinara è il leitmotiv che guida la proposta 2021 dello chef sibarita Loris Aloia ed il suo valido vice Francesco Mutto. Così l’insalata di mare diviene scomposta, ed accompagnata da ravanelli, carote e frutta di stagione locale: nel mese di maggio a Trebisacce matura il biondo tardivo, particolare varietà di arancia che cresce in poco più di cento ettari che cingono l’abitato della cittadina jonica, denominati “le Vigne”.
I primi piatti sono all’insegna di una fusion tra terra e mare, come nel caso dei panciotti ripieni di bufala con vongole e porcino silano: vera chicca i paccheri di Gragnano con l’aragosta della secca di Amendolara, insieme allo scrigno di mare al nero di seppia ripieno di burrata, gamberi viola di Crotone e tartufo della Sila.
Si prosegue con proposte di secondi piatti espressione del pescato del giorno: rombi, ricciole, orate: particolarmente apprezzabili nella versione “al sale”. Piacevole chiusura con dessert e distillati della tradizione amalfitana, dalle creazioni di Sal De Riso ai rarissimi “fruttini” di Lancusi della gelateria Matteo. Ad accompagnare il pasto, una cantina ricca di proposte regionali e una piacevole selezione di “bollicine” italiane ed estere: il “Pescanera”, Calabria Igt Rosato delle cantine Ippolito ed il “Così sia”, Igt Friuli Venezia Giulia nato da un blend di Malvasia istriana e ribolla gialla, sono le punte di diamante più rappresentative della carta dei vini, per la loro versatilità nell’abbinamento con le proposte del nuovo menù, suggerito dal proprietario e benemerito dell’associazione italiana sommelier Giuseppe Russo.