Nel 1996 l’Osteria dell’Ingegno aprì per la prima volta le sue porte a Roma, proprio davanti le colonne del tempio di Adriano, nel cuore più antico della città eterna. In principio l’idea fu quella di un wine bar alla newyorkese dove food & beverage erano il collante del vero focus dell’insegna, la convivialità. A guidarla nella gestione e in cucina c’era già Gianmarco Nitti, da sempre nel campo della ristorazione e con un’esperienza decennale negli Stati Uniti dove, tra la First Avenue di New York e le palme di Los Angeles, ha collezionato ricordi professionali al servizio di illustri nomi. L’Osteria nel tempo si è poi evoluta ed è divenuta un punto di riferimento per romani e non che volevano gustare la vera cucina regionale italiana. Dopo oltre 25 anni dall’apertura è però tempo di raccontarsi per davvero ed è così che arriva in cucina il nuovo Chef, Bruno Zoccali, direttamente dal versante ponente della Liguria, dove per vent’anni è stato titolare di un ristorante sul mare. Chef Zoccali condivide con il padrone di casa Gianmarco Nitti le origini liguri, quest’ultimo del versante levante. Nasce così una nuova impronta dell’Osteria dell’Ingegno che vuole questa volta raccontare le origini di Gianmarco e le ricette dell’infanzia nella loro versione più autentica, a 360 gradi.
La cucina, che ha sempre posto l’accento sulla ricerca degli ingredienti del territorio, ora vive un vero e proprio dejà vu. Nella carta degli antipasti è possibile trovare il Brandacujun di baccalà alla moda della riviera del ponente ligure (mantecato con patate, prezzemolo e olio all’aglio); Fiori di zucca infornati, ripieni di pesto di alici con salsa piccantina; Vitello tonnato con frutti di cappero e focaccetta al rosmarino. Tra i primi ci sono i Fusilloni con l’immancabile pesto (quello vero) con basilico direttamente da Prà, noci, pinoli, fagiolini e patate; poi Plin, fatti a mano, di ricotta e crema di piselli freschi con pancetta croccante e Mescjuà, zuppa di legumi della tradizione dei camalli genovesi. Nel bel mezzo del viaggio dei ricordi non ci si dimentica però di Roma, che è ormai casa, ed ecco la triade della romanità: Cacio e Pepe, Amatriciana e Carbonara. I secondi sono ricette semplici, goderecce ma con prodotti di altissima qualità: Tiella di scarole, indivie, olive, capperi e origano alla moda di Gaeta; Coniglio alle erbe e olive taggiasche; Petto d’anatra laccato al miele e punte di asparagi saltati al burro.
In sala Sabrina e Cristina che, in quanto storiche figure dell’Osteria, coordinano il lavoro di Peci, Asia e Anna. A guidare nella scelta dei vini ci pensa Paolo Latini, sommelier e grande conoscitore romano di vini che consiglia i clienti intenti a sfogliare la selezione messa a punto insieme a Gianmarco. Sono circa 400 le etichette tra vini laziali, naturali, biologici, del resto d’Italia ma a stupire è l’ampia proposta di vini alla mescita con circa 30 etichette disponibili e 8 bollicine.
Uno spazio dallo stile vintage con un’atmosfera calda, aperto da mezzogiorno a mezzanotte con la possibilità, dalle 15:00 alle 20:00 di gustare dei piatti estratti dal menu alla carta ma in versione finger. Dalle 17:00 alle 20:00 invece è l’ora dell’aperitivo con un drink o un buon calice da accompagnare a frappe salate, pizze fritte e tartine.
CONTATTI
Piazza di Pietra, 45 – Roma
TEL. 066780662
www.osteriadellingegno.com
Aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 24:00, chiuso il lunedì